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Quello che di seguito vi riporterò sono alcune delle pagine del diario del comandante Zackary. Zackary oltre a essere un comandante era anche uno degli archeologi più famosi della terra di Sentha, specializzato nella ricerca di antichi manufatti appartenenti ai popoli che abitavano la regione di Than.
1°giorno della spedizione.
Siamo salpati alle prime ore dell’alba dal porto della città di Faty diretti verso la costa meridionale della regione di Than. Il viaggio in mare durerà circa 3 giorni salvo imprevisti. Una volta sulla costa meridionale ci addentreremo nell’entroterra, cercando di estrapolare più informazioni possibili dai popoli indigeni, che vivono lì, sull’antico popolo dei Yjensa. Gli Yjensa, stando alle leggende della terra di Sentha, erano uno dei primi popoli ad abitare la regione di Than. La loro sete di sangue e di espansione era innarestabile, si dice fossero riusciti a conquistare tutta la regione di Than e a sterminare tutti gli antichi popoli che l’abitavano. Poi misteriosamente scomparvero nel nulla. Molti sono stati gli archeologi, che come me, hanno cercato informazioni sugli Yjensa, ma tutti hanno fallito. A contrario di loro, io ho buona conoscenza della regione di Than e dei popoli che vi vivono.
3°giorno della spedizione.
Siamo arrivati sulle coste meridionali della regione di Than. Il vento è stato favorevole per tutto il viaggio e abbiamo recuperato un giorno sul tabellino della spedizione. Il morale dell’equipaggio è alto fortunatamente. Ci aspettano giorni duri nelle terre della regione di Than. Riposeremo fino a domani mattina, poi partiremo via terra per addentrarci nell’entroterra cercando un contatto con il popolo dei Khiuntu, uno dei popoli che contatteremo per ricevere informazioni sugli Yjensa.
6°giorno della spedizione.
Al calare della stella Ozon, dopo 2 giorni di ricerca e di cammino, abbiamo trovato l’accampamento dei Khiuntu. Ci hanno dato ospitalità in cambio di doni. Ho avuto un colloqui col capo dei Khiuntu, Mhantyupika. Riuscirgli a prendere informazioni sugli Yjensa non è stato facile, era preoccupato e spaventato dal fatto che qualcuno stesse sulle tracce di quel popolo barbaro e sanguinario. Il capo tribù sapeva poco riguardo agli Yjensa, e quel poco si basava su antiche leggende. Niente che già non sapessi. Ringraziai il capo Mhantyupika e mi unii alla festa in celebrazione dei doni che avevamo portato. L’indomani saremmo partiti alla ricerca di un altro popolo che risiedeva in quella regione da più tempo rispetto i Khiuntu, i Bhius.
I Bhius, abitavano nell’entroterra orientale delle regione di Than. Ebbi un primo contatto con loro quando ,anni fa, mi recai nella regione di Than alla ricerca di antichi manufatti risalenti all’Era della Creazione. Le lore informazioni mi furono di grande aiuto, spero che lo siano anche in questa spedizione.
7°giorno della spedizione
All’alba lasciammo l’accampamento dei Khiuntu, il morale dell’equipaggio era alto grazie ai festeggiamenti della notte. Ci attendeva un cammino lungo e pericoloso. Più ci spingiamo nell’entroterra e più ci sono probabilità di incontrare indigeni selvaggi. I popoli della regione di Than non sono bellici, ma alcuni indigeni di varie tribù, spinti dalla brama di potere e dalla sete di sangue, si allontanarono dai vari popoli stabilendosi nell’entroterra più selvaggio, dove costruirono vari accampamenti e assalgono i vari carichi commerciali spediti dai vari popoli per il mantenimento della pace a Than. Stando ai miei calcoli dovremmo raggiungere il popolo dei Bhius in circa 4\5 giorni di marcia intensa. So che il morale dell’equipaggio ne risentirà, ma confido che un’ennesima festa posso risollevare gli animi. Ci sono possibilità che la sosta nell’accampamento dei Bhius duri più giorni.
10°giorno della spedizione.
Durante la notte del giorno precedente, come di consueto, abbiamo mandato due uomini armati a perlustrare il perimetro del nostro accampamento notturno. Non sono tornati. Sale in me e nell’equipaggio il timore di essere seguiti da qualche selvaggio. Dobbiamo tenere gli occhi aperti ma soprattutto, dobbiamo lasciare la mente lucida e non farci soggiogare dalle emozioni.
Nel pomeriggio abbiamo rilevato delle tracce del popolo dei Bhius. Spero di arrivare al loro campo il prima possibile.
12°giorno della spedizione.
Siamo arrivati nell’accampamento dei Bhius. Sono andato subito al colloquio dal loro capo, Thesan. Dopo i convenevoli ho parlato subito dell’avvenimento accaduto nel 10°giorno, il capo mi ha dato conferma che c’era un gruppo di indigeni ostili che si aggirava nei dintorni, sono stati eliminati. I due membri dell’equipaggio non torneranno. Dopo averlo ringraziato dell’informazione gli ho chiesto del popolo degli Yjensa. Come il capo dei Khiuntu, sul suo volto si leggeva chiaramente la paura. Nonostante ciò non c’ho messo molto a convincerlo a fornirmi informazioni. Finalmente ho avuto le prime notizie utili. Secondo ciò che riportano gli antichi scritti del popolo dei Bhius, il popolo degli Yjensa aveva conquistato letteralmente tutta la regione di Than, ma il centro vitale era situato nella costa settentrionale, dove si trovava la città di Mbhutan, sede del loro sovrano. I Than non avevano religione, veneravano il loro sovrano come Dio superiore e tutti gli indigeni della tribù erano considerati Dei minori, tutti gli altri popoli, veneratori di Dei simbolici, erano da sterminare.
Ringraziai il capo Thesan per le informazioni. Mi unii alla festa celebrata per la vittoria sui selvaggi.
La sera, al termine della festa, il morale dell’equipaggio, come avevo previsto, è risalito, ma la perdita di due membri a causa di quei selvaggi, mi ha spinto a prendere la decisione di restare anche l’indomani nell’accampamento dei Bhius.
14°giorno della spedizione.
All’alba salutammo il popolo dei Bhius e ci spingemmo verso le coste settentrionali, decidemmo di tagliare attraversando l’entroterra selvaggio, nonostante la presenza dei selvaggi.
Giunta la sera ci siamo accampati presso delle antiche rovine, domani all’alba le analizzerò, forse appartengono ad un’antica città degli Yjensa. Il morale dell’equipaggio è abbastanza alto. Come al solito ho mandato degli uomini armati a perlustrare il perimetro, per fortuna sono tornati.
Stando ai miei calcoli, impiegheremo all’incirca 10 giorni a raggiungere le coste settentrionali della regione di Than. Durante il viaggio spero di trovare l’accampamento del popolo degli Hanset. Gli Hanset sono un popolo ricco e molto sviluppato, molto differenti dal resto dei popoli che abitano questa regione. Spero di ricavare da loro informazioni utili come quelle fornitemi dai Bhius.
15°giorno della spedizione.
Stamane mentre analizzavo le antiche rovine ho avuto un attimo di assenza. Non so come spiegarlo, è come se la mia mente si sia distaccata per alcuni istanti dal mio corpo. Lasciamo stare. Non devo lasciarmi condizionare da queste faccende. Continuando ad analizzare le rovine ho scoperto che appartenevano ad un popolo di cui non si hanno notizie attuali. Potrebbero essere il primo ritrovamento archeologica degli Yjensa!
17°giorno della spedizione.
Procediamo a rilento nell’entroterra. La Stagione Calda è giunta in anticipo rendendo quasi impossibili gli spostamenti mattutini, la notte, invece, li rende pericolosi a causa della scarsa visibilità e del rischio di un agguato da parte dei selvaggi. Gli spostamenti sono limitati a una ristretta fascia oraria. Il morale dell’equipaggio è in cale. I giorni della spedizione per il raggiungimento della costa settentrionale slittando a 16 giorni.
21°giorno della spedizione.
Ieri siamo stati vittime di un’imboscata da parte di alcuni selvaggi. Abbiamo respinto l’assalto ma sono morti 5 membri dell’equipaggio e molti viveri sono stati razziati o distrutti. Il morale degli uomini cala sempre di più, di questo passo dovremmo abbandonare la spedizione. Spero di trovare l’accampamento degli Hanset, è di fondamentale importanza.
25°giorno della spedizione.
Le mie notti stanno diventando sempre più agitate, non a causa di assalti da parte dei selvaggi. Ma a causa dei miei sogni. Sono 3 notti che sogno di un popolo che aveva sfidato gli Dei regnanti sulla regione di Than. Questo popolo scatenò una guerra devastante e la perse, ma gli Dei non li sterminarono, li trasformarono in creature rivoltanti relegate nei meandri del sottosuolo, li trasformò nei custodi degli inferi. Questi sogni mi agitano, l’attacco subito in precedenza dagli indigeni, il rischio di sospendere la spedizione e il giungere in anticipo della Stagione Calda, forse, hanno fatto crollare anche il mio morale e la mia serenità mentale. Il morale dell’equipaggio e sempre in netto calo, ciò mi spaventa, non sarebbe la prima volta che un equipaggio di cattivo umore tenta un ammutinamento. Devo trovare un modo per far risalire il morale. Non abbandonerò questa spedizione.
27°giorno della spedizione.
Siamo arrivati nel centro della regione di Than, zona molto pericolosa ma, ho un’idea su come far risalire il morale degli uomini, attaccheremo un villaggio di selvaggi non molto distanti dal nostro accampamento, stermineremo gli uomini e stupreremo le loro donno. Questo sarà un atto di vendetta per gli uomini morti per mano di questi selvaggi, farà bene agli uomini. Staserà riferirò la mia idea agli uomini.
Ho riferito la mia idea all’equipaggio, sono euforici per la vendetta che li attende. Domani partiremo verso il villaggio.
29°giorno della spedizione.
L’assalto al villaggio è appena finito. Tutto è andato secondo miei piani. Il morale dell’equipaggio è alle stelle. Dobbiamo decidere cosa farne delle donne stupraste.
Abbiamo deciso di uccidere anche le donne. Cos’ho fatto! I sensi di colpa per le mie azioni mi accompagneranno per il resto della mia vita. Come ho potuto avere un’idea così! Non sono un selvaggio! Non ho mai avuto idee sanguinarie! La mia coscienza è sporca, macchiata del sangue di un popolo che non meritava la morte, cosa sono diventato?!
35°giorno della spedizione.
Ai sogni precedenti che alimentavano le mie notti, si sono aggiunte le visioni, o meglio dire i ricordi, della strage di cui sono stato artefice. La mia salute mentale è a rischio. Non ho intenzione di lasciare la spedizione, ma se continuo di questo passo rischio di impazzire.
Giunta la sera abbiamo trovato tracce degli Hanset, entro domani dovremmo trovare il loro villaggio. Ci fermeremo quando basta, anche più notti. Ho bisogno di riacquisire un po’ di serenità.
36°giorno della spedizione.
Nella mattinata arrivammo in ciò che rimaneva del villaggio degli Hanset. Ciò che prima era il villaggio più sviluppato in cui viveva il popolo più avanzato della regione di Than, ora non era altro che un terreno devastato dai cadaveri orridamente mutilati. Rivedevo in quella scena ciò che avevamo compiuto poche sere prima. Tornarono nella mia mente quelle scene.
La stella Ozon è calata da un paio d’ore, ci siamo accampati poco distanti dal villaggio distrutto degli Hanset. L’equipaggio non riesce a dormire, la paura che i selvaggi che avevano devastato il villaggio siano ancora nei paraggi, rende tutti suscettibili, ad ogni piccolo rumore uno di noi scatto in piedi. Il morale sta iniziando di nuovo a scendere, fortunatamente tra breve dovremmo arrivare sulla costa settentrionale. La nostra spedizione sta per giungere al termine

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42°giorno della spedizione.
Da quando abbiamo abbandonato le rovine del villaggio degli Hanset siamo stati vittima di 3 assalti da parte dei selvaggi, l’equipaggio è ridotto all’osso, i viveri sono quasi del tutto esauriti e cominciano a farsi sentire i primi malumori da parte dei pochi sopravvissuti. La spedizione è quasi fallita anche se ormai la meta è così vicina.
44°giorno della spedizione.
Siamo arrivati! Finalmente! Davanti a noi si scorgono delle torri, dobbiamo accelerare il passo se voglio raggiungere le maestosi torri prima di sera.
È sera, ci troviamo nel centro di quella che un tempo era Mbhutan. Domani inizierò i primi rilevamenti. L’equipaggio sembra essersi calmato, ma c’è qualcosa che non mi convince. È tutto troppo silenzioso. Non si sente nulla, nè il canto degli uccelli, che ci aveva accompagnato dall’inizio della spedizione nella regione di Than, né il suono del vento. Tutto intorno a noi sembrava morto.
47°giorno della spedizione.
Sono 3 giorni che ispeziono le rovine della città. La leggenda narratami dal capo dei Bhius sembra essere vere, decifrando le iscrizioni all’interno del palazzo del sovrano ho scoperto che la guerra contro gli Dei della regione di Than avvenne realmente. La guerra durò anni, fu brutale e sanguinaria con perdite sia da parte degli Dei che da parte degli Yjensa. Ma come tutte le guerre ebbe fine, e questa fu vinta dagli Dei che decisero di non sterminare gli Yjensa, ma di infliggergli una condanna maggiore, i loro corpi furono mutilati e resi inguardabili da qualsiasi essere vivente e furono rilegati nei meandri della terra.
Una parte delle incisioni però sono quasi illeggibili e non ho avuto modo di decifrarle con accuratezza, parlano di un sentiero e di un ingresso poco lontano dalla città di Mbhutan. Nei prossimi giorni manderò dei gruppi a perlustrare la zona.
50°giorno della spedizione.
I gruppi mandati per perlustrare la zona indicata dalle incisioni non sono più tornati indietro. Domani prenderò i pochi uomini che sono rimasti e ce ne andremo. Abbiamo avvertito la nave che ci troverà sulla costa nord/ovest. Voglio allontanarmi il più possibile da questo luogo.
La notte sembra non passare. Strani rumori provengono dai boschi intorno le rovine. L’equipaggio e terrorizzato e il morale sta calando a picco. Tra breve la spedizione avrà fine e finalmente torneremo dalle nostre famiglie.
52°giorno della spedizione.
Sono rimasto solo. Dell’equipaggio non si è salvato nessuno. La notte scorsa siamo stati attaccati da un gruppo di selvaggi, diversi da quelli incontrati finora. I loro corpi erano strani, non so come descriverli ma non erano umani, emanavano un fetore nauseante. Spero che la nave arrivi presto.
58°giorno della spedizione.
La nave ancora non è arrivata. Non arriverà più. Sento intorno a me la presenza dei fetidi selvaggi che ridono di me. Avrei dovuto annullare la spedizione ma la mia brama di gloria ha offuscato la mia mente, fino a spingermi a compiere atti impuri e orrendi. La mia unica consolazione e che a breve tutto questo avrà fine. Che Dio abbia pietà della mia anima corrotta.